Tutti gli eroi dello swing italiano

Un concerto di jazz al Conservatorio e' un avvenimento raro, anche se in passato hanno suonato nella sala Verdi Ellington e Davis, Gillespie, il Modern jazz quartet e tanti altri. Ma l' altra sera l' evento aveva un carattere ancora piu' insolito: i protagonisti erano tutti italiani, un' autentica carrellata sulla storia del jazz nazionale, con quello stesso gruppo di musicisti che nel maggio scorso si e' esibito a New York e che tra qualche mese ripetera' l' esperienza americana. Risultato: un concerto brillante e divertente che ha incuriosito il pubblico della Societa' dei Concerti, certo non aduso ai costumi e alle liberta' espressive dei jazzisti, e che lo ha letteralmente choccato ed entusiasmato. Erano di scena il quartetto del chitarrista Franco Cerri e del pianista Enrico Intra, con Stefano Cerri figlio di Franco al basso e Paolo Pellegatti alla batteria. Il quartetto dell' armonicista Bruno De Filippi, altro protagonista storico, con il pianista Gigi Marson e la stessa sezione ritmica e infine il sestetto formato da Gianni Basso al sassofono, Dino Piana al trombone, il figlio Franco alla tromba, il pianista Renato Sellani, il bassista Giorgio Azzolini e il batterista Gianni Cazzola. Sia pure con la mancanza del trombettista Oscar Valdambrini era dunque la formazione che ha attraversato sempre con grande successo mezzo secolo di musica italiana. Hanno dato il via Intra e Cerri con "Per Enrico" dello stesso chitarrista: entrambi tesi come ragazzi alla loro prima esibizione. Poi un emozionante duetto fra i due Cerri e una splendida ballata eseguita da Intra, "Cristal silence" di Corea. Quindi De Filippi (lo sapevate che e' l' autore di "Tintarella di luna", che ha portato Mina al successo?) che ha stupito tutti interpretando uno dei grandi temi di Ellington: "In a sentimental mood". De Filippi ha eseguito anche una medley di vecchie canzoni italiane strappando grandi applausi con "Ma l' amore no". Infine il sestetto swingante, a volte pungente nel dinamico incrocio delle voci dei solisti, che ha entusiasmato la sala completamente esaurita con "Minuetto", con "Embrace me", con "Miss Bo" firmato da Basso. Una sera insomma sulla quale si giocava un' autentica scommessa: il jazz italiano e' poco seguito, spesso nei jazz club la musica dei nostri esecutori viene ascoltata con distrazione. Era possibile offrendo loro una sede degna fare accorrere un bel pubblico capace di capire e di scoprire le molte eleganti e divertenti virtu' dei nostri musicisti? La risposta e' stata completamente affermativa ed ora la Societa' dei Concerti pensa di inserire in futuro nel suo programma anche qualche serata dedicata al jazz. Una bella rivincita per i nostri eroi, anche se un po' tardiva. JAZZ ITALIANO al Conservatorio di Milano

Autore: Franchini Vittorio

Fonte: Corriere della Sera

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